Umberto Ippoliti
Quanti morti ancora
La sofferenza dei carbonai, antichi custodi del fuoco e del legno, si radica in una vita di fatica fisica e isolamento.
Nelle montagne e nelle foreste, il loro lavoro era scandito dal sacrificio, dal fumo soffocante e dal duro contatto con la terra.
Questa sofferenza era accettata come parte del loro mestiere, necessaria per produrre il carbone che alimentava il mondo preindustriale. Oggi, con l’uso del biochar, la trasformazione
dei rifiuti organici in carbone avviene con processi più efficienti
e sostenibili, riducendo l’impatto umano e ambientale.
Tuttavia, il biochar non cancella quella memoria di dolore,
esso rappresenta piuttosto un’evoluzione tecnica che ci invita
a riflettere sulla capacità dell’uomo di ridurre la sofferenza attraverso la conoscenza, ma senza dimenticare la fatica ancestrale che ci ha condotti fino a oggi.
Quest’opera è dedicata a Cecilia

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