top of page

Salvaticus

GartMagazine 1/2024 (Iscrizione al Tribunale di Roma - Sezione Stampa ed Informazione - n. 106 del 25-07-2024)

pp. 72 - editoriale di Renato Reggiani

In un mondo sempre più frenetico e tecnologico, esiste un richiamo silenzioso, antico, che ci invita a riscoprire le nostre radici più profonde: quelle che affondano nella terra, tra gli alberi e i miti dell’uomo selvatico e della donna selvatica. In questo nuovo numero di GART, vi invito a seguirci in un viaggio che attraversa continenti e millenni, per esplorare il legame ancestrale tra l’umanità e la natura, un legame che, nonostante tutto, non è mai stato spezzato. Radicare evoca profondità ma anche crescita su basi solide come i maestosi patriarchi delle foreste che popolano le leggende degli antichi.

 

Il nostro viaggio è iniziato sulle Alpi, tra Italia e Slovenia, dove le leggende dell’Homo salvadego, del Salvan e dell’Om selvadech raccontano di esseri primordiali che abitano le foreste, incarnazioni del lato oscuro e incontrollabile della natura. Questi uomini selvatici, con le loro lunghe barbe e i corpi ricoperti di muschio e foglie, sono i custodi di un mondo perduto, un tempo in cui l’uomo viveva in armonia con l’ambiente circostante, prima dell’avvento delle città, degli eserciti e delle classi sociali. Un’antica sapienza che va scacciata perché le regole della vita di tutti i giorni non li potrebbero contenere. Solo durante i carnevali e le feste paesane antichi echi di queste figure sono evocate e onorate perché in fondo temute come Cassandre di quello che sarà.

In copertina: “Le antiche leggi del bosco in mezzo al mare” - illustrazione di Maria Todeschini: è cresciuta e si è formata a Venezia nel campo delle arti visive, frequenta prima il liceo artistico storico della città e in seguito l’Università IUAV di Venezia dove, a marzo 2023, si laurea insieme alla relatrice Agnes Kohlmeyer. I suoi lavori trovano ispirazione principalmente nella ricerca di tematiche magico-immaginali, spesso si tratta di visioni e simboli riconducibili all’infanzia, oppure nativi di una dimensione surreale scovata nella quotidianità del sensibile, un Altrove collocato tra visibile e invisibile di luoghi e non luoghi vissuti e percorsi. Le figure che ne derivano appartengono a percezioni dimenticate, molto spesso riconducibili ad archetipi e a storie collettive. I media che predilige sono il disegno e la pittura, nell’ultimo periodo approcciandosi anche alla stampa d’arte, attratta dal libro inteso come libro d’artista, ma soprattutto come strumento narrativo ed educativo per l’infanzia. Alla sua pratica principalmente pittorico-illustrativa adatta e relaziona anche lavori di fotografia, video e performance.

L'Acqua, scintilla innocente

GartMagazine 3/2021 pp. 80 Sommario

Chiudiamo gli occhi e siamo lì dove Philippe Jaccottet ci conduce. Al confine del bosco, sotto le chiome dei grandi alberi, la resina, il canto delle foglie al vento, la danza del sole che curva dolcemente tra rami e fronde voluttuose. Respiriamo. D’improvviso, la luce scintilla tra il muschio e le radici, giù in basso, nella terra. Apnea. Sorride ora in rivoli di acqua luminosa. Si conclude così il percorso 2021, a partire dal numero zero, con questa ispirazione donata da Philippe Jaccottet e da noi raccolta attraverso molteplici voci.

 

Ringraziamo tutti coloro che hanno partecipato e condiviso con gioia un’intima connessione con la Natura attraverso le arti e le discipline. Annunciamo l’uscita di un numero speciale GartMagazine, in occasione e quale adesione al movimento di coscienza planetaria “Salviamo il Suolo, il nostro stesso Corpo” - #SaveSoil.org  e il proseguimento del nostro impegno editoriale per dare voce alla rete che l’associazione non profit, Gart-GardenArt, ha osservato espandersi in questi anni dalla fondazione e innaffiato come seme verso un polo culturale sul verde che sia condivisione e invito al cambiamento.

In copertina: “Water Tree” - illustrazione di Alefes Silva (Bogotá, 1981), illustratore e scrittore. Ha partecipato alla 37ma edizione della Mostra Internazionale d’Illustrazione per l’Infanzia “Le immagini della Fantasia” di Sàrmede  (Treviso),  ottobre 2019 - febbraio 2020. Ha curato numerose illustrazioni e racconti su riviste e libri. “Il mio lavoro si ispira, principalmente, ai sogni e alle sensazioni che essi provocano. I miei personaggi, ad esempio, passano continuamente dalla realtà alla fantasia. Con questo in mente racconto della mia esperienza, di come vedo le cose. Per me, la fantasia è presente nella vita di tutti i giorni. La percepisco nelle persone che conosco. Se i miei personaggi hanno un insetto o l'aspetto di un uccello è proprio per enfatizzare i gesti che già vedo in loro”.

Il Vento un corpo, le mani Nuvole

GartMagazine 2/2021 pp. 66 Sommario

I fili della connessione con l’Assoluto si muovono dentro di noi; lo percepiamo ogni qualvolta chiudiamo gli occhi e restiamo in ascolto del vento. Ne accogliamo il passaggio, dall’esterno all’interno, dal visibile all’invisibile. Il vento nutre la sensorialità ed abita l’atavico innato rapporto con la Natura. Come richiamo, ci spinge nel bosco. Camminiamo tra rovi aggrovigliati, sotto le fronde di grandi alberi, inebriati dalla resina, nell’andirivieni di luci e ombre che muta in paesaggi sospesi. Illumina a tratti un ciclamino, una felce nella roccia o timidi rivoli d’acqua. Il vento ne traccia la via. Lo seguiamo da foglia a foglia, da corteccia a corteccia, finché qualcosa in noi riconosce e gioisce ad ogni respiro l’aria che ci attraversa, immensità e frammento di nuvola.  

[...] a proposito degli alberi e del fiume: mi avevano affascinato non perché assomigliavano ad altre cose ammirabili... nemmeno perché sembravano in grado di mutare o alleggerirsi, ma essenzialmente perché assistevo allora - o perlomeno così credevo - all’incontro di elementi semplici, perché il legno e l’acqua mi facevano scoprire il vento, la luce, o i due insieme; il visibile mi rivelava l’invisibile, l’ostacolo il movimento e la direzione del movimento [...] Entriamo nel paesaggio, sempre più leggeri. Certe verità sono fatte “per lo sguardo pronto e presto distolto di un uccello senza peso”. Una passeggiata freschissima e vorticosa per riportarci al nostro centro (Philippe Jaccottet, Passeggiata sotto gli alberi). 

Di passo in passo il piede incontra nella terra l’acqua agli argini del fiume. Mentre affonda, sentiamo salire il vento, la forza creatrice che tutto rigenera. L’arte è pratica e disciplina, cura e rispetto, accoglienza dell’inesplicabile. 

In copertina: “Arboles” - illustrazione di Alefes Silva (Bogotá, 1981), illustratore e scrittore. Ha partecipato alla 37ma edizione della Mostra Internazionale d’Illustrazione per l’Infanzia “Le immagini della Fantasia” di Sàrmede  (Treviso),  ottobre 2019 - febbraio 2020. Ha curato numerose illustrazioni e racconti su riviste e libri. “Il mio lavoro si ispira, principalmente, ai sogni e alle sensazioni che essi provocano. I miei personaggi, ad esempio, passano continuamente dalla realtà alla fantasia. Con questo in mente racconto della mia esperienza, di come vedo le cose. Per me, la fantasia è presente nella vita di tutti i giorni. La percepisco nelle persone che conosco. Se i miei personaggi hanno un insetto o l'aspetto di un uccello è proprio per enfatizzare i gesti che già vedo in loro”.

Il Suono inascoltato dell'Albero

GartMagazine 1/2021 pp. 90 Sommario

Via di rinascita, l’Ascolto del Sé intimo e profondo nutre i semi custoditi al di là del tempo e si fa Albero dentro di noi. Ne percepiamo il movimento, ne apprendiamo il processo vitale che fa dell’esistente un miracolo oltre ciò che possiamo pensare, immaginare, sperare o temere. Al di là di ogni idea, si erge il tempio frondoso a cui si torna. L’Albero ci insegna ad essere padri, madri, figli, a relazionarci ad ogni essere vivente attraverso la vibrazione sottile e impermanente che si incanala con il respiro nel nostro corpo. Suono rigeneratore, risonanza, ventre di balena, foresta. Accediamo a qualcosa di maestoso, un po’ come arrampicarsi da piccoli sui rami di un grande albero. Ne tocchiamo la corteccia, la resina ci inebria, allunghiamo le braccia e ci accovacciamo al suo interno. Quando siamo nell’Albero, seduti tra le sue fronde generose, siamo nell’Universo. Nudi, parte di ciò che partorisce galassie. Frammenti di stelle, protetti dal fuoco e portatori di luce. Siamo tutt’uno con la sorprendente natura del Creato. 

“Sono giunto alla consapevolezza che per unirsi davvero, “fare di due Uno”, “unificare le dualità”, "bisogna portarsi nella zona della Luce” (Ernesto Giorgetti) 

Impariamo così che i pensieri, le azioni, le parole muovono la nostra esistenza e ad un tratto appaiono fermarsi, silenziosi. Ne percepiamo l’immensità, la notte, la mappa infinita del cielo stellato. Il cammino sembra svelarsi nel manto buio, invernale, costellato da miriadi di punti luce nella folta chioma di un grande albero: fiori luminosi, poesie. Intoniamo allora il canto e disserriamo le domande più recondite, offrendole alle nuvole fino a farle evaporare e piovere in terra. Concimiamo ovunque ispirazione, creatività, pace, gentilezza, amore. Sulla via della Natura, i cui semi “nascono anche nel fondo degli stagni”. 

In copertina: “Notte" - illustrazione di Alefes Silva (Bogotá, 1981), illustratore e scrittore. 

TerrAria

GartMagazine 0/2020 pp. 80 Sommario

Un’avventura bellissima il viaggio tra la terra e l’aria, tra le radici e il cielo, filo d’erba. Davvero ci muoviamo, “saltiamo”, dall’uno all’altro come in sogno? Di certo in mezzo vi è lo scambio - partecipazione, condivisione - anche quando tutto sembra dissolversi, separarsi. Ciò che apparentemente si mette in moto, vive una propria dinamicità. Abita un tempo e uno spazio visibili quando ci avviciniamo all’arte, l’attitudine che tutto crea e rigenera, alla bellezza compassionevole della natura che tutto compenetra. Ci percepiamo mutati in questo apparente spostamento, trasformati attraverso i sensi. Il corpo si fa leggero e, tra i piedi e l’attaccatura della nuca, si radica e insieme si eleva. Cerca la luce come un fiore e capta il vento. Così creiamo in ogni istante il nostro paesaggio. A volte siamo alberi che fanno spazio ad altri alberi, o rami che si spezzano sotto il peso della neve, o funghi che proteggono i semi. Qualunque sia la nostra espressione creativa, cambia costantemente forma.

Un’onda continua lungo un tragitto invisibile, colmo di infinite possibilità; lì sono tutti i suoni conosciuti e non conosciuti. Se ascoltiamo attentamente, pian piano si perdono i confini corporei e ci immergiamo nell’infinito, in ogni esistenza, come un fiume che giunge al mare. Ci sentiamo a casa, il cuore pulsa al ritmo del respiro. Ci adagiamo sull’erba fresca e gli occhi sono chiusi. Tutto sembra immobile, eppure dentro di noi si muove l’universo che genera passato e futuro. Traccia i contorni di ciò che ancora non sappiamo.   Allora una preghiera si erge dal nulla, non si rivolge al cielo né alle radici. Canta gioiosa la bellezza delle montagne, dei fiumi, dei laghi, dei grandi alberi, delle spighe, di tutti gli esseri che, silenti, partoriscono la vita. Li sentiamo scorrere nelle nostre vene e, come scrisse un amico monaco zen, essi sono i nostri antenati! Tra le pagine, a inizio di ogni stagione, si percorrono i gesti artistici e i movimenti di chi non dimentica di fermarsi a contemplare, ringraziare, celebrare e onorare la nostra natura meravigliosa che, frammento dell’universo e della Terra, madre, all’unisono accompagna l’invisibile flusso. 

In copertina: “Salteador" - illustrazione di Alefes Silva (Bogotá, 1981), illustratore e scrittore. 

bottom of page